Definizione e organigramma

Definizione e organigramma

Il concetto di inclusione descrive un orientamento basato su strategie volte a promuovere la coesistenza e valorizzazione delle differenze garantendo un approccio egualitario a tutte le parti. Si fonda sul riconoscimento del valore intrinseco di ogni persona e sul diritto a partecipare pienamente alla vita della comunità, superando ogni forma di discriminazione e barriera. Non si tratta di semplice integrazione – che spesso richiede all’individuo di adattarsi a un sistema preesistente – ma di una totale o parziale trasformazione del contesto per accogliere e valorizzare la diversità in tutte le sue sfaccettature. L’inclusione è un imperativo etico e sociale che mira a costruire una società più equa e coesa.

L’istituzione scolastica è il principale laboratorio dell’inclusione. L’inclusione a scuola si realizza attraverso pratiche didattiche flessibili e personalizzate che rispondono ai bisogni educativi speciali (BES) e alle diverse esigenze di apprendimento di tutti gli studenti. Una scuola inclusiva non si limita a ospitare gli studenti neurodivergenti, ma progetta un ambiente di apprendimento che sia accessibile, stimolante e partecipativo per ciascuno, promuovendo il successo formativo e la piena realizzazione del potenziale individuale.

L’efficacia dell’azione inclusiva dipende dalla sinergia e dall’impegno professionale di diverse figure: 

  • I docenti curricolari sono i primi garanti dell’inclusione, chiamati ad adottare metodologie innovative e a concepire la diversità come risorsa;

  • Il docente di sostegno svolge un ruolo cruciale, lavorando in contitolarità con i colleghi per l’elaborazione e l’attuazione dei vari piani didattici, supportando la classe in un’ottica sistemica e inclusiva; 

  • Le funzioni strumentali (FS) per l’inclusione coordinano le azioni, offrono supporto metodologico ai colleghi e gestiscono la documentazione e i rapporti con le famiglie e le strutture esterne;

  • Il dirigente scolastico è il garante ultimo del processo, con la responsabilità di promuovere una cultura inclusiva, allocare le risorse necessarie e assicurare il rispetto della normativa, fornendo le strategie ottimali all’intera comunità educante;

  • Le figure di supporto (educatori, assistenti alla comunicazione, assistenti all’autonomia, assistenti di base) lavorano in sinergia per promuovere l’autonomia, facilitare la comunicazione e garantire la piena inclusione.

 

Solo attraverso questa responsabilità collettiva e professionale si può garantire a tutti il diritto a un’istruzione di qualità.

 

Organigramma

Funzioni strumentali    Docenti di sostegno    Educatori e assistenti

Bisogni educativi speciali

Introduzione

Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES) rappresenta un approccio fondamentale nel sistema scolastico per garantire l’inclusione e il successo formativo di tutti gli studenti. Non si riferisce a una singola categoria ma a una macrocategoria che comprende tutte le difficoltà riscontrate nel percorso scolastico, destinatarie di un intervento didattico mirato e personalizzato.

 

La macrocategoria dei BES si articola in tre grandi aree:

  1. Disabilità: Studenti certificati ai sensi della Legge 104/92, che hanno diritto a eventuali figure di supporto (sostegno e assistenza) e al Piano Educativo Individualizzato (PEI).

  2. Disturbi Evolutivi Specifici (DES): Studenti certificati che presentano disturbi evolutivi (ADHD, DOP, FIL, disturbi dell’umore, disturbi dell’alimentazione, disturbi del comportamento) nei quali rientrano i più noti DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento). Per tali studenti è prevista l’attivazione del Piano Didattico Personalizzato (PDP).

  3. Altri BES: Studenti in situazioni di svantaggio socio-economico, linguistico, familiare o psico-emotivo, che, pur essendo temporanee, possono compromettere l’apprendimento. Anche in questo caso è possibile attivare il Piano Didattico Personalizzato.

 

Il quadro normativo che ha dato vita al concetto di BES è la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 e la successiva Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013. Questa normativa ha esteso il diritto alla personalizzazione degli apprendimenti, fino ad allora riservato ai soli studenti con disabilità e DSA, a tutti gli studenti che presentano difficoltà.  L’attuazione di una didattica inclusiva e la gestione dei bisogni educativi speciali è una responsabilità collegiale. I docenti hanno il compito primario di individuare precocemente i bisogni, pianificare interventi didattici flessibili e applicare le strategie e gli strumenti previsti nel PEI o nel PDP.

📄 Allegato (Legge 104) https://archivio.pubblica.istruzione.it/news/2006/allegati/legge104_92.pdf

📄 Allegato (Legge 170/10) https://www.istruzione.it/esame_di_stato/Primo_Ciclo/normativa/allegati/legge170_10.pdf

📄 Allegato (Linee guida 170/10)  

https://www.mim.gov.it/documents/20182/187572/Linee+guida+per+il+diritto+allo+studio+degli+alunni+e+degli+studenti+con+disturbi+specifici+di+apprendimento.pdf/663faecd-cd6a-4fe0-84f8-6e716b45b37e?version=1.0&t=1495447020459

📄 Allegato (Dir. Ministeriale 27 dicembre) 

https://www.mim.gov.it/documents/20182/0/Direttiva+Ministeriale+27+Dicembre+2012.pdf/e1ee3673-cf97-441c-b14d-7ae5f386c78c

📄 Allegato (Circolare Min 8)

https://www.normativainclusione.it/files/2021/07/2013-circolare-n.-8-BES.pdf

Piano Annuale per l'Inclusione

Piano Annuale per l’Inclusione

Il Piano Annuale per l’Inclusione (PAI) è un documento di programmazione strategica che ogni istituzione scolastica, in base alla Direttiva Ministeriale del 27 decembre 2012 e successive note, è tenuta a redigere al termine di ogni anno scolastico. Elaborato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) e approvato dal Collegio dei Docenti, il PAI si configura come uno strumento di autovalutazione e miglioramento della qualità dell’offerta formativa in chiave inclusiva.

 

Il PAI è strutturato in due parti principali che ne riflettono la doppia funzione di analisi e proposta:

 

  1. Analisi della situazione: questa sezione “fotografa” lo stato dell’inclusione nella scuola nell’anno appena concluso. Contiene un’analisi dettagliata dei punti di forza e delle criticità riscontrate negli interventi di inclusione. Rileva i dati relativi ai Bisogni Educativi Speciali (BES) presenti nell’Istituto, le tipologie di sostegno offerte, l’efficacia delle metodologie didattiche adottate e l’utilizzo funzionale delle risorse (docenti di sostegno, educatori, assistenti all’autonomia e alla comunicazione).

  2. Obiettivi e proposte di miglioramento: sulla base dell’analisi svolta, questa parte definisce gli obiettivi di incremento dell’inclusione per l’anno scolastico successivo. Include proposte concrete in merito alla formazione del personale, all’acquisto di sussidi e tecnologie, al potenziamento della collaborazione con le famiglie e con gli Enti territoriali (ASL, Enti Locali) e all’organizzazione interna delle risorse per rispondere in modo efficace ai vari bisogni.

 

Lo scopo principale del PAI è quello di consentire una riflessione collegiale e sistemica sulla qualità delle pratiche inclusive adottate in quanto trasforma la responsabilità individuale in una responsabilità condivisa da tutta la comunità scolastica, rendendo l’inclusione un elemento cardine del Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF). Il PAI, in tal senso, è l’espressione formale dell’impegno della scuola a diventare un ambiente più accogliente per tutti.

📄 Allegato (PAI)

Protocollo di Accoglienza

Protocollo di Accoglienza per studenti con Bisogni Educativi Speciali

Il Protocollo di Accoglienza per studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) è un documento fondamentale e obbligatorio che ogni istituzione scolastica deve adottare. Costituisce l’insieme delle procedure, dei criteri e delle azioni organizzative che la scuola mette in atto per accogliere, inserire e accompagnare gli studenti con BES fin dal loro ingresso o durante il percorso scolastico. Non è un documento statico, ma una guida dinamica che orienta l’intera comunità educante verso pratiche inclusive. Il Protocollo è uno strumento di equità e trasparenza che trasforma l’obbligo normativo in una prassi organizzativa efficace.

Il Protocollo si articola in tre fasi essenziali:

  1. Fase preliminare (Raccolta Dati): include la ricezione delle certificazioni (L. 104/92, L. 170/2010), delle diagnosi o delle segnalazioni di altri bisogni educativi. In questa fase si stabiliscono i primi contatti con la famiglia e, se necessario, con i servizi sociosanitari esterni.

  2. Fase di valutazione e programmazione: i referenti e i Consigli di Classe procedono all’analisi della documentazione, all’osservazione dello studente e alla valutazione dei bisogni reali. 

  3. Fase di attuazione e monitoraggio: Prevede la messa in atto degli interventi programmati, la formazione dei docenti, l’adeguamento dell’ambiente di apprendimento e la verifica periodica dei risultati. Il Protocollo stabilisce le modalità e i tempi per il monitoraggio e la revisione dei piani personalizzati, assicurando che l’azione educativa sia sempre rispondente alle necessità evolutive degli studenti.

 

📄 Allegato (Protocollo)

Modulistica

Modulistica

Studenti con DES e DSA

Studenti con DES e DSA

Il concetto di Disturbi Evolutivi Specifici (DES), introdotto nel quadro normativo sui Bisogni Educativi Speciali (BES), identifica una categoria di disturbi che coinvolgono le funzioni neuropsicologiche e le abilità specifiche dell’apprendimento, pur in assenza di una disabilità intellettiva. I DES comprendono, oltre ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), moltissimi altri disturbi come il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) e i Disturbi del Linguaggio.

Il quadro normativo che include i DES nell’ambito dei Bisogni Educativi Speciali (BES) è la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 e la successiva Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013. Tali documenti hanno ampliato la responsabilità della scuola nell’individuare e supportare tutti gli studenti che, per svariati motivi, manifestano difficoltà nel percorso scolastico.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) rappresentano una delle manifestazioni più rilevanti nell’ambito dei Disturbi Evolutivi Specifici (DES). Sono condizioni neurobiologiche che influenzano in modo significativo la capacità di acquisire e automatizzare le abilità fondamentali dell’apprendimento. La loro specificità risiede nel manifestarsi in individui con capacità cognitive neurotipiche (QI nella norma o superiore), che incontrano difficoltà circoscritte e persistenti nell’utilizzo delle abilità scolastiche di base (scrittura, lettura, calcolo). La regolamentazione italiana è stabilita dalla Legge 170 dell’8 ottobre 2010, che li riconosce e li tutela, ponendo l’obbligo per le istituzioni scolastiche di adottare misure didattiche specifiche.

La Legge 170 e le relative Linee Guida individuano quattro principali tipologie di DSA:

  1. Dislessia: è il disturbo specifico della lettura. Si manifesta con difficoltà nella decodifica del testo, che risulta lenta, stentata e spesso scorretta. Lo studente con dislessia impiega un eccessivo carico cognitivo per la lettura, riducendo le risorse disponibili per la comprensione del testo.

  2. Disortografia: è il disturbo specifico della scrittura, inteso come l’abilità di trascodifica fonema-grafema. Si manifesta con errori di tipo fonologico (scambiare suoni simili), non fonologico (omissione di doppie, accenti) e grammaticale (errori nell’uso dell’h, delle preposizioni semplici, ecc.).

  3. Disgrafia: è il disturbo specifico della componente motoria della scrittura, che si manifesta con una grafia illeggibile, disorganizzata nello spazio del foglio e molto lenta. 

  4. Discalculia: è il disturbo specifico delle abilità numeriche e di calcolo. Può riguardare la difficoltà nel comprendere e manipolare i numeri (senso del numero) e/o la difficoltà nel padroneggiare le procedure del calcolo e della risoluzione di problemi.

Il Piano Didattico Personalizzato (PDP)

La diagnosi di DES e DSA è cruciale per attivare il Piano Didattico Personalizzato (PDP). Questo documento non mira a “curare” il disturbo, ma a compensare le difficoltà specifiche, garantendo equità valutativa. All’interno del PDP sono esplicitati gli strumenti e le misure atte a garantire allo studente un adattamento didattico efficace.

  • Strumenti Compensativi: sono strumenti che permettono allo studente di compensare le difficoltà. Ad esempio, la sintesi vocale per la lettura, la calcolatrice per la discalculia, e l’uso di mappe concettuali per l’organizzazione delle idee.

  • Misure Dispensative: sono interventi che sollevano lo studente da prestazioni che non sono essenziali per il successo didattico-formativo e che richiederebbero uno sforzo eccessivo nell’esecuzione (dispensare dalla lettura ad alta voce, da un eccessivo carico di compiti o concedere più tempo per le prove).

L’adozione di questi strumenti e misure è la chiave per permettere agli studenti con DSA di raggiungere il successo formativo in linea con il loro funzionamento, promuovendo l’autonomia e l’autostima.

 

Attenzione. La scadenza per la consegna della documentazione necessaria è fissata al 31 di marzo dell’anno scolastico in corso. Oltre tale data, verranno esclusivamente presi in esame aggiornamenti a documentazioni precedentemente acquisite dall’Istituto.

 

📄 Persona (Referente studenti con DSA)

Studenti con altri Bisogni Educativi Speciali

Studenti con altri Bisogni Educativi Speciali

Il quadro dei Bisogni Educativi Speciali (BES), definito dalla Direttiva Ministeriale del 2012, estende la responsabilità inclusiva della scuola non solo agli studenti formalmente certificati (L. 104/92 e L. 170/2010) ma anche agli studenti che presentano specifiche difficoltà non certificabili in maniera diagnostica. Un’area cruciale riguarda gli studenti che manifestano difficoltà di apprendimento derivanti da fattori di svantaggio che possono essere di natura economica, sociale, linguistica o psico-emotiva. Tali situazioni, pur non costituendo un disturbo clinico stabile, generano bisogni educativi a cui la scuola è tenuta a fornire una risposta personalizzata ed efficace.

L’individuazione degli studenti con altri bisogni educativi speciali è demandata principalmente al Consiglio di Classe. Attraverso un’attenta e documentata osservazione pedagogica e didattica, il Consiglio di Classe è chiamato a riconoscere le difficoltà che impattano sul processo di apprendimento e partecipazione degli studenti coinvolti. Questa identificazione non richiede una certificazione clinica esterna, la responsabilità di riconoscere e denominare il bisogno risiede nell’autonomia professionale della scuola. Una volta individuato lo studente, il Consiglio di Classe può decidere di adottare il Piano Didattico Personalizzato (PDP). Questo documento è fondamentale per formalizzare l’intervento e le strategie mirate. Il PDP, in questi casi, è finalizzato a compensare le difficoltà osservate e a mitigare gli effetti negativi dello svantaggio sul rendimento scolastico.

Le strategie contenute nel PDP sono specificamente orientate al contesto e al bisogno manifesto. Possono includere:

  • Svantaggio socio-economico: misure per favorire la partecipazione (es. supporto per materiale didattico, attività integrative), rafforzamento delle interazioni sociali e coinvolgimento mirato della famiglia.

  • Svantaggio linguistico: predisposizione di materiali semplificati, potenziamento linguistico specifico e supporto per la comprensione dei testi.

  • Svantaggio psico-emotivo: strategie di motivazione, supporto nelle dinamiche relazionali, valorizzazione dei punti di forza e adattamento delle modalità di verifica per ridurre l’ansia da prestazione.

L’attivazione del PDP in queste circostanze garantisce il principio di equità, assicurando che ogni studente, indipendentemente dal contesto di provenienza, possa accedere a un percorso di successo formativo.

La didattica speciale

La Didattica Speciale

La Didattica Speciale rappresenta un corpus scientifico e metodologico specifico, finalizzato a garantire il diritto all’apprendimento a tutti gli studenti, in particolare agli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES). La sua origine si colloca storicamente nell’ambito dell’educazione per gli studenti con disabilità, ma il suo utilizzo si è progressivamente evoluto in un approccio universale e trasversale a tutti i contesti educativi, esplicandosi nei principi di personalizzazione e individualizzazione didattica. L’efficacia della Didattica Speciale non risiede nella creazione di percorsi separati, bensì nella sua capacità di adattare il contesto e le metodologie di insegnamento per superare le barriere esistenti. La Didattica Speciale trasforma l’ambiente di apprendimento, rendendolo flessibile e accessibile, e permette a ogni studente di esprimere il proprio potenziale attraverso canali comunicativi e cognitivi diversi. È il fondamento teorico e pratico che permette la piena attuazione del principio di inclusione scolastica, intesa come responsabilità collegiale e sistemica.

L’applicazione della Didattica Speciale è modulata in base alle specifiche esigenze degli studenti, coprendo l’intero spettro dei Bisogni Educativi Speciali:

  • Studenti con disabilità (L. 104/92): per questi studenti, la Didattica Speciale è il motore del Piano Educativo Individualizzato (PEI). L’intervento è globale e mira allo sviluppo delle autonomie personali e sociali, delle abilità comunicative e cognitive. Vengono privilegiate strategie multisensoriali, l’uso di ausili e tecnologie assistive e l’adattamento individualizzato degli obiettivi didattici, ove necessario. La figura del docente di sostegno opera per contitolarità didattica, garantendo che le metodologie speciali siano integrate nel contesto della classe.

  • Disturbi Evolutivi Specifici (DES) e DSA (L. 170/2010): in questi casi, la Didattica Speciale si concentra prevalentemente sulla compensazione del deficit strumentale. L’azione è formalizzata nel Piano Didattico Personalizzato (PDP) e si attua attraverso l’impiego sistematico di strumenti compensativi (es. software di sintesi vocale, correttori ortografici) e misure dispensative (es. esonero da compiti gravosi come la copiatura o la lettura ad alta voce). L’obiettivo è permettere allo studente di concentrare le proprie energie sui contenuti compensando l’ostacolo specifico (lettura, scrittura o calcolo).

  • Altri bisogni educativi speciali: anche per gli studenti con altri bisogni educativi, la Didattica Speciale fornisce gli strumenti per l’intervento personalizzato (tramite PDP o percorsi flessibili). Ciò può includere strategie di scaffolding per lo svantaggio linguistico (es. studenti neo-arrivati in Italia), approcci metacognitivi per lo svantaggio psico-emotivo e l’uso di didattiche laboratoriali e cooperative per rinforzare l’integrazione sociale ed economica.

Le mappe concettuali

Un elemento metodologico cardine della Didattica Speciale è la promozione e l’utilizzo di mappe, schemi e organizzatori grafici. Questi strumenti svolgono una funzione fondamentale nel supporto ai processi di apprendimento, in particolare per chi ha difficoltà di tipo verbale o di memoria di lavoro. 

  • Funzione compensativa e organizzativa: le mappe mentali e concettuali riducono la densità del testo scritto in una struttura visuale gerarchica, facilitando la comprensione globale e la memorizzazione. Sfruttano la memoria visuo-spaziale, più efficiente rispetto alla memoria sequenziale verbale in molti studenti con BES.

  • Supporto all’espressione: forniscono una traccia esterna durante l’esposizione orale o la stesura di un testo, riducendo l’ansia e supportando l’organizzazione logica del discorso.

Attenzione. In base a quanto deliberato dal Collegio Docenti del nostro Istituto, le mappe concettuali devono essere consegnate al docente di riferimento almeno tre giorni prima della prova in modo che possa prenderne visione e, se necessario, correggerle.

 

📄 Allegato (Linee guida mappe)

La valutazione degli studenti con BES

La valutazione degli studenti con BES

L’uso delle griglie di valutazione è ormai una pratica consolidata, sia per la valutazione formativa (durante l’anno scolastico) che per la valutazione sommativa (al termine di un’attività o di un periodo didattico). Si tratta di uno strumento particolarmente utile per le valutazioni delle competenze che sono al centro delle riforme degli ultimi anni, come quelle introdotte dal Decreto Legislativo 62/2017. Questo decreto ha disciplinato in modo dettagliato le modalità di valutazione specificando l’importanza di una valutazione che consideri le competenze e non solo i contenuti. La legge 107/2015 (nota come “Buona Scuola”) ha dato un impulso significativo alla riforma del sistema scolastico promuovendo una valutazione formativa che implichi l’utilizzo di strumenti più strutturati per una valutazione continua e oggettiva che si traduca anche nell’adozione di griglie per misurare il progresso degli studenti. Le Indicazioni Nazionali per il curricolo (che risalgono al 2012) e i Piani Nazionali di Formazione da sempre promuovono l’uso di strumenti di valutazione chiari e coerenti. Questi strumenti, come le griglie di valutazione, sono indicati come buone pratiche per rendere la valutazione più comprensibile e trasparente sia per gli insegnanti che per gli studenti.

Uno degli obiettivi principali della griglia è garantire che la valutazione sia oggettiva riducendo al minimo la possibilità di discrezionalità o parzialità. I criteri definiti nella griglia permettono agli insegnanti di formulare il proprio giudizio su basi trasparenti ed eque mentre agli studenti di comprendere esattamente cosa ci si aspetta da loro. La griglia consente di fornire un feedback preciso su ogni aspetto del lavoro svolto. Gli studenti possono, quindi, ricevere indicazioni specifiche su quali aree è necessario intervenire favorendo un percorso di apprendimento consapevole.

L’inclusione non può prescindere da una valutazione equa. Le griglie per studenti con BES sono uno strumento fondamentale per garantire una valutazione equa, oggettiva e personalizzata che rispetti le diversità individuali. La loro importanza è legata al fatto che, per gli studenti con BES, la valutazione deve essere progettata in modo da riconoscere e valorizzare le competenze, i progressi e gli apprendimenti che lo studente riesce a raggiungere considerando le difficoltà, il funzionamento specifico e il percorso di apprendimento individuale. Le griglie personalizzate permettono di valutare il processo, non solo la performance tenendo conto del punto di partenza, degli sforzi compiuti e dei progressi individuali (valutazione formativa).

 

📄 Allegato (Griglie comuni studenti con disabilità)

📄 Allegato (Griglie comuni studenti con DSA)

Aree e strumenti

Aree e strumenti

Il Laboratorio Multimediale della nostra scuola si configura come un punto nevralgico per l’innovazione didattica e la promozione di un apprendimento condiviso e pienamente inclusivo. Lungi dall’essere una semplice aula tematica, questo spazio dinamico è un’autentica risorsa al servizio dell’intera comunità scolastica. Il Laboratorio riveste un ruolo cruciale, in particolare, nel sostegno agli studenti con BES (Bisogni Educativi Speciali). Fungendo da vero e proprio hub per la didattica inclusiva, consente ai docenti di sostegno e curricolari di sfruttare al meglio le tecnologie e le risorse disponibili per personalizzare e rendere più accessibile l’offerta formativa.

Le risorse presenti nel Laboratorio sono state selezionate per rispondere a esigenze didattiche specifiche, concretizzando i principi di equità:

  • Potenziamento linguistico: la presenza di testi semplificati in lingua inglese permette agli studenti con difficoltà di approcciarsi alle lingue straniere in modo graduale e motivante, superando le barriere iniziali.

  • Sostegno alla Neurodivergenza e ai DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento):

    • La Tavoletta Grafica è uno strumento di estremo valore per la creazione di mappe concettuali, schemi visivi e per l’esercizio della scrittura/disegno in un formato digitale. Questo permette di bypassare le difficoltà motorie e percettive legate al tratto grafico manuale.

    • I testi di supporto e manuali didattici per i docenti sui disturbi dell’apprendimento e sulla neurodivergenza offrono la base teorica necessaria per applicare metodologie didattiche efficaci, aggiornate e realmente personalizzate.

  • Produzione di materiali specifici: l’utilizzo combinato di stampante laser e computer consente la rapida produzione di materiali ad alta leggibilità, schede con caratteri ingranditi o esercizi specifici e mirati, elementi essenziali per la didattica individualizzata.

Il Laboratorio Multimediale è, in sintesi, un luogo apprendimento che traduce in pratica i valori di equità e inclusione. Fornendo strumenti all’avanguardia e risorse digitali e cartacee mirate, garantisce a tutti gli studenti la possibilità di accedere al sapere e di esprimere appieno il proprio potenziale. La sua costante fruizione da parte di docenti e studenti assicura un continuo e significativo arricchimento dell’intera offerta formativa della scuola.

Beni mobili Lab Multidisciplinare

  • Stampante laser

  • Computer desktop  HP

  • Computer desktop All-in-One HP

  • Televisore 

  • Tavoletta grafica Wacom One

  • Libri di testo scolastici

  • Testi semplificati in lingua inglese

  • Testi di supporto ai docenti sui disturbi dell’apprendimento e sulla neurodivergenza

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