Restiamo umani

A scuola insegniamo che l’art.11 della Costituzione recita: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.”, tuttavia da più di un anno, riceviamo dalla Palestina notizie che starebbero meglio in un bollettino di guerra. A Gaza si scrive la storia, ogni giorno; storia che viene scritta davanti ai nostri occhi, ma alla quale assistiamo da troppo tempo inermi e assuefatti, nonostante l’esposizione quotidiana a immagini e storie che ricordano i periodi più bui del secolo scorso.

Ci domandiamo che senso abbia insegnare e imparare le materie del nostro curricolo, prima fra tutte l’Educazione Civica, se non sappiamo che senso dare al presente, se rimaniamo indifferenti di fronte al farsi e al ripetersi della peggior Storia dell’umanità. Per questo, profondamente consapevoli del ruolo insostituibile della scuola nell'educazione alla pace, sentiamo l'urgenza di esprimere la nostra posizione.

Vogliamo credere che siano passati i tempi in cui la comunicazione di massa era controllata da una propaganda che sopprimeva le voci di dissenso e manipolava i fatti a suo piacimento per nascondere verità scomode. Oggi abbiamo l’opportunità di vedere la Storia con i nostri occhi, senza filtri: vivere in un presente iperconnesso significa infatti anche essere “bombardati” da immagini di corpi straziati, edifici distrutti, centinaia di migliaia di persone ridotte alla fame per il blocco dell’invio di aiuti umanitari. Tutto ciò avviene ogni giorno, su un’altra sponda dello stesso mare sul quale si affaccia il nostro Paese. Sta avvenendo adesso.

Papa Leone XIV ha dichiarato il 18 maggio: “E' sempre più preoccupante e dolorosa la situazione nella Striscia di Gaza. Rinnovo il mio appello accorato a consentire l'ingresso di dignitosi aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani, dalle persone malate”.

Anche il nostro Presidente della Repubblica il 1° giugno ha dichiarato:
“È inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario nei confronti dei cittadini di Gaza. Si impone, subito, il cessate il fuoco”.

L’esposizione quotidiana a tutto questo non può renderci assuefatti, né possiamo accettare che questo faccia parte della normalità delle cose. La sistematica e quotidiana eliminazione di esseri umani in atto in Palestina deve interpellare le nostre coscienze in quanto docenti di questo istituto, a prescindere dalle preferenze politiche o dal credo religioso di ognuno e ognuna di noi.

Non voltiamoci dall’altra parte, manteniamoci informati, poniamoci e accogliamo domande sul perché di questo strazio continuo e di questa diffusa apatia da parte della comunità internazionale. Siamo comunità educante: rendiamo dunque il dialogo sulla guerra in Palestina parte del nostro fare scuola, tutti i giorni.

Il collegio docenti e il consiglio d'istituto dell’Itis Feltrinelli di Milano

foto di https://www.unicef.it